Diso: “Secunda di Cesare, scrisse una dedica…”

Dopo oltre due secoli di dominazione Romana, nel basso Salento la lingua e cultura Messapica era ancora correntemente utilizzata(!).
Lo testimonia una epigrafe del I-II sec D.C. rinvenuta nel 1913, nei pressi della chiesa parrocchiale di Diso (http://alturl.com/m26no), durante i lavori sterramento per una vigna.

(2) Presso la biforcazione delle vie Diso-Vignacadtrisi e Diso-Vaste alcuni contadini, nel piantare una vigna, rimisero alla luce (1913) una pietra riquadrata (m.0,39×0,39×0,24), che mostrava sopra una delle due facce un’iscrizione. Nella faccia superiore mostra un incavo rettangolare di 0,29×0,21 profondo 4 cm, che doveva servire a tenervi incastrato un busto o altro

[S]EKONDA-KEZAREIHI-EIPEIGRAFE-STANAPGED-EPA

Epigrafe messapica di Diso

Sull’iscrizione, I-II sec D.C., di legge:

[S]EKONDA KEZAREIHEI EIPEIGRAFE STANAPGED [E]PA

che, con tutta probabilità, si traduce in:
“Secunda (figlia o schiava) di Cesare, scrisse la dedica”

Probabilmente la dedica era scritta appiè della statuetta o sul pilastrino sorretto da questa base.
La messapica “DIZOS”(?), a un tiro di schioppo tra le “polis”  di BAXTA (Vaste) e Castrum Minervae doveva essere una fattoria-fortezza (probabilmente simile alla Masseria Pozzo Seccato in agro di Acquarica di Lecce).
L’epigrafe è oggi conservata al Museo Nazionale di Taranto.

Bibliografia:
1) “DISO – Ricerche storiche” di Vittorio Boccadamo – Ed.MEZZINA, Molfetta 1966
2) “Corpus Inscriptiorum Messapicarum” di F. Ribezzo – EDIPUGLIA, Bari 1978

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